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The railway from Naples to Nocera with a side branch to Castellammare, whose project was approved in 1836 and which was completed in 1844, represents the first and the most significant stage of the construction of the Bourbon railway infrastructure. The absolute novelty of the enterprise, a work of public utility entrusted in concession to the French engineer Armand Bayard de la Vingtrie, led to the development of new and pressing issues, which concern not only the physical dimension of the Vesuvian coast and its new structure, but also important matters of economy, law, administration, archaeological protection, as well as infrastructure and territory promotion issues. The volume, through the research and comparison of different archival and documentary sources, is intended to reread the history of the first Bourbon railway by bringing together the many aspects that characterized its design, construction and use up to the Unification of Italy. From this study emerges a perspective on the Vesuvian landscape and on its multiple and complex components, integrated in the new perception, intermittent and cursory, offered by the moving train. Un tenace luogo comune tramandato da buona parte della storiografia che ha analizzato e raccontato la storia della ferrovia Napoli-Portici riguarda le ragioni della sua costruzione e localizzazione nel territorio vesuviano: molti autori, dall’Unità d’Italia in poi, hanno motivato la scelta del tracciato della linea borbonica con l’assunto secondo cui Ferdinando di Borbone avrebbe costruito la ferrovia per collegare la capitale con la Reggia di Portici. In realtà, non solo risulta poco credibile che un privato, qual era Armando Bayard de la Vingtrie – futuro concessionario della linea –, rischiasse il denaro suo e dei suoi soci per venire incontro ai desideri di Ferdinando, ma, sul piano della testimonianza materiale, negli incartamenti presenti in Archivio di Stato non compare mai – almeno esplicitamente – un simile proposito da parte del re. Il fondamento di queste critiche era forse legato a quello di analoghe considerazioni che erano state elaborate nell’analisi dello sviluppo delle altre strade del regno: critiche, certamente più fondate, mosse a Carlo e a Ferdinando IV, che impiegarono, almeno fino agli anni ’80 del XVIII secolo, gran parte dei fondi statali destinati a costruire e riparare il sistema delle comunicazioni per ampliare e rendere più comodi i percorsi che si trovavano a nord-est di Napoli e che venivano comunemente chiamati ‘camminamenti reali’, utilizzati per le attività venatorie dai due sovrani. Tuttavia, la storia della costruzione della ferrovia nacque da presupposti molto diversi, a partire proprio dalla scelta del tracciato che non fu stabilito dal sovrano, ma proposto, sulla base di nuove considerazioni, dallo stesso concessionario della linea.
xxxx --- Kingdom of the Two Sicilies --- History of architecture --- XIX century --- railway --- landscape
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The railway from Naples to Nocera with a side branch to Castellammare, whose project was approved in 1836 and which was completed in 1844, represents the first and the most significant stage of the construction of the Bourbon railway infrastructure. The absolute novelty of the enterprise, a work of public utility entrusted in concession to the French engineer Armand Bayard de la Vingtrie, led to the development of new and pressing issues, which concern not only the physical dimension of the Vesuvian coast and its new structure, but also important matters of economy, law, administration, archaeological protection, as well as infrastructure and territory promotion issues. The volume, through the research and comparison of different archival and documentary sources, is intended to reread the history of the first Bourbon railway by bringing together the many aspects that characterized its design, construction and use up to the Unification of Italy. From this study emerges a perspective on the Vesuvian landscape and on its multiple and complex components, integrated in the new perception, intermittent and cursory, offered by the moving train. Un tenace luogo comune tramandato da buona parte della storiografia che ha analizzato e raccontato la storia della ferrovia Napoli-Portici riguarda le ragioni della sua costruzione e localizzazione nel territorio vesuviano: molti autori, dall’Unità d’Italia in poi, hanno motivato la scelta del tracciato della linea borbonica con l’assunto secondo cui Ferdinando di Borbone avrebbe costruito la ferrovia per collegare la capitale con la Reggia di Portici. In realtà, non solo risulta poco credibile che un privato, qual era Armando Bayard de la Vingtrie – futuro concessionario della linea –, rischiasse il denaro suo e dei suoi soci per venire incontro ai desideri di Ferdinando, ma, sul piano della testimonianza materiale, negli incartamenti presenti in Archivio di Stato non compare mai – almeno esplicitamente – un simile proposito da parte del re. Il fondamento di queste critiche era forse legato a quello di analoghe considerazioni che erano state elaborate nell’analisi dello sviluppo delle altre strade del regno: critiche, certamente più fondate, mosse a Carlo e a Ferdinando IV, che impiegarono, almeno fino agli anni ’80 del XVIII secolo, gran parte dei fondi statali destinati a costruire e riparare il sistema delle comunicazioni per ampliare e rendere più comodi i percorsi che si trovavano a nord-est di Napoli e che venivano comunemente chiamati ‘camminamenti reali’, utilizzati per le attività venatorie dai due sovrani. Tuttavia, la storia della costruzione della ferrovia nacque da presupposti molto diversi, a partire proprio dalla scelta del tracciato che non fu stabilito dal sovrano, ma proposto, sulla base di nuove considerazioni, dallo stesso concessionario della linea.
Kingdom of the Two Sicilies --- History of architecture --- XIX century --- railway --- landscape
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The railway from Naples to Nocera with a side branch to Castellammare, whose project was approved in 1836 and which was completed in 1844, represents the first and the most significant stage of the construction of the Bourbon railway infrastructure. The absolute novelty of the enterprise, a work of public utility entrusted in concession to the French engineer Armand Bayard de la Vingtrie, led to the development of new and pressing issues, which concern not only the physical dimension of the Vesuvian coast and its new structure, but also important matters of economy, law, administration, archaeological protection, as well as infrastructure and territory promotion issues. The volume, through the research and comparison of different archival and documentary sources, is intended to reread the history of the first Bourbon railway by bringing together the many aspects that characterized its design, construction and use up to the Unification of Italy. From this study emerges a perspective on the Vesuvian landscape and on its multiple and complex components, integrated in the new perception, intermittent and cursory, offered by the moving train. Un tenace luogo comune tramandato da buona parte della storiografia che ha analizzato e raccontato la storia della ferrovia Napoli-Portici riguarda le ragioni della sua costruzione e localizzazione nel territorio vesuviano: molti autori, dall’Unità d’Italia in poi, hanno motivato la scelta del tracciato della linea borbonica con l’assunto secondo cui Ferdinando di Borbone avrebbe costruito la ferrovia per collegare la capitale con la Reggia di Portici. In realtà, non solo risulta poco credibile che un privato, qual era Armando Bayard de la Vingtrie – futuro concessionario della linea –, rischiasse il denaro suo e dei suoi soci per venire incontro ai desideri di Ferdinando, ma, sul piano della testimonianza materiale, negli incartamenti presenti in Archivio di Stato non compare mai – almeno esplicitamente – un simile proposito da parte del re. Il fondamento di queste critiche era forse legato a quello di analoghe considerazioni che erano state elaborate nell’analisi dello sviluppo delle altre strade del regno: critiche, certamente più fondate, mosse a Carlo e a Ferdinando IV, che impiegarono, almeno fino agli anni ’80 del XVIII secolo, gran parte dei fondi statali destinati a costruire e riparare il sistema delle comunicazioni per ampliare e rendere più comodi i percorsi che si trovavano a nord-est di Napoli e che venivano comunemente chiamati ‘camminamenti reali’, utilizzati per le attività venatorie dai due sovrani. Tuttavia, la storia della costruzione della ferrovia nacque da presupposti molto diversi, a partire proprio dalla scelta del tracciato che non fu stabilito dal sovrano, ma proposto, sulla base di nuove considerazioni, dallo stesso concessionario della linea.
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