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L'ipotesi di fondo di questo libro è che il modernismo non tramonti alle soglie degli anni Trenta, Quaranta o Cinquanta del Novecento, ma persista nella seconda metà del XX secolo, e il suo obiettivo principale è mostrare come alcuni romanzi italiani elaborati tra la seconda metà degli anni Cinquanta e la seconda metà degli anni Settanta recuperino e ricalibrino il modernismo all'insegna di una sua persistenza specifica.I romanzi presi in esame di Testori, Calvino, Bianciardi, Roversi, Mastronardi, Volponi, Parise, D'Arrigo, Consolo, Pasolini assomigliano ai romanzi modernisti perché le loro strutture portanti sono influenzate dalla prospettiva soggettiva del racconto e dall'opacità formale, ma ne prendono le distanze perché riservano un'importanza inedita alla sfera pubblica dell'esistenza.Il romanzo neomodernista vive in parziale concomitanza e in sostanziale contrapposizione alla neoavanguardia e al postmodernismo e si configura come un'alternativa e in seguito, quando toccherà i suoi vertici, cioè negli anni Settanta come una risposta alla crisi del romanzo e dell'antinovel della neoavanguardia.Più in generale il romanzo neomodernista risulta essere una risposta alla crisi che investe le poetiche tardo moderne tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Ottanta.
Italian fiction --- Modernism (Literature) --- History and criticism.
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Des études interrogeant le rapport entre l'économie et la littérature dans lesquelles les contributeurs analysent les diverses représentations du capitalisme, de l'industrie, de la crise économique ou encore de la précarité au sein des romans italiens à partir des années 2000.
Economics --- Italian literature --- anno 2000-2099 --- Littérature italienne --- Économie politique et littérature
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In the present work, a legal philosopher (Angela Condello) and a literaray scholar (Tiziano Toracca) develop the idea that a comparison between law and literature must be framed starting from the modes in which law and literature function . In this sense, they read law and literature as arts of compromising characterized by an analogous and yet, at the same time, profoundly different structure. Both, in fact, mediate conflicts between norms and transgressions, and more precisely between a principle of normativity (repression), on the one hand; and a principle of counternormativity (repressed), on the other hand. Through a progression in three steps, aimed at clarifying some peculiarities of law (1) and literature (2), by referring to examples of their interaction (3), the authors finally sketch some relevant hypotheses on why a placement across these two arts of compromising suggests some theoretical itineraries on their threshold.
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