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KU Leuven (1)


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dissertation (1)


Language

Dutch (1)


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2016 (1)

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Dissertation
Aptitude voor tolken
Authors: --- --- ---
Year: 2016 Publisher: Leuven KU Leuven. Faculteit Letteren

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Abstract

Riassunto In questa tesi di laurea viene studiata l’attitudine all’interpretazione. L’attitudine in passato era percepita come un dono innato, percezione dovuta alla brevità della storia della professione e all’assenza di un quadro didattico per formare interpreti. Ormai gli atteggiamenti sono cambiati, ma l’attitudine all’interpretazione rimane comunque indispensabile per completare la formazione e diventare un buon interprete. L’attitudine in questo studio è stata definita in quanto combinazione di conoscienze, capacità e caratteristiche personali che permette di acquisire, entro l’arco di tempo offerto dalla formazione per interpreti, le competenze in interpretazione necessarie ad un livello accettabile per il mercato. Nel presente studio, l’attitudine è suddivisa in cosiddette ‘hard skills’ e ‘soft skills’. Le prime riguardano qualità tecniche come le conoscenze linguistiche e generali, la memoria, la concentrazione, le capacità analitiche etc., mentre le seconde interessano qualità personali come la capacità di lavorare in squadra, la resistenza allo stress, la motivazione, la flessibilità, la personalità e così via. A determinare queste qualità non è stata la ricerca scientifica, ma bensì il consenso tra docenti d’interpretazione e ricercatori. Anche dall’osservazione delle qualità elencate risulta la mancanza di ricerca scientifica: rimangono tante incertezze relative al momento di acquisizione delle hard skills o per quanto riguarda la necessità di alcune soft skills dette indispensabili. L’insieme di tali hard e soft skills, non scientificamente provate, costituisce la base per le prove attitudinali; una serie di prove mirate a valutare l’attitudine dei candidati desiderosi di accedere alla formazione per interpreti. Le prove utilizzate risultano essere spesso dei ‘compiti complessi’ con una alta ‘face validity’ (validità facciale): le prove misurano diverse qualità contemporaneamente ed assomigliano alla realtà. Più concretamente, le prove maggiormente utilizzate risultano essere l’interpretazione consecutiva, la sintesi, la prova di cultura generale, la presentazione, l’intervista e le prove scritte. Questi metodi di prova derivano altresì dal consenso e vengono perciò criticati per il loro possibile carattere soggettivo. Sorgono dubbi sull’affidabilità e sulla validità delle prove adoperate. I test non riuscirebbero sempre a determinare se una persona sia in grado di concludere la formazione per interpreti. La ricerca sulla qualità delle prove attitudinali però è rimasta limitata. Per rimediare ai problemi relativi alle prove attitudinali, occore più ricerca scientifica in base a dati forniti dalle scuole interpreti riguardo ai loro candidati e studenti. Infine la teoria in questo studio è stata messa in pratica analizzando il programma formativo e le procedure d’ammissione delle scuole interpreti fondatrici del CIUTI. Da quella analisi emerge la grande assomiglianza tra le diverse scuole da un lato e tra la teoria e la pratica dall’altro lato. Concludendo, si può affermare che la mancanza di ricerca scientifica in materia di interpretazione rappresenta una fonte di diverse difficoltà, e che si tratta di una lacuna che va colmata.

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