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Qual è la reale competenza scrittoria mediale di scriventi con istruzione elementare e quali fattori sono da ritenere costitutivi di tale competenza? Questo il quesito al quale si è cercato di rispondere sulla base dell'analisi di un corpus di ›scrittura popolare‹ raccolto nell'Archivio Diaristico Nazionale di Pieve S. Stefano: una trentina di memorie, diari e lettere, prevalentemente manoscritti, di scriventi toscani del '900, tutti con istruzione scolastica elementare (3--6 anni). La competenza mediale riguarda i livelli di scrittura costitutivi del codice scritto: l'ortografia, l'interpunzione e l'aspetto esteriore del testo. I dati rilevati vengono confrontati sia con le diverse caratteristiche socioculturali degli scriventi (livello di scolarità, attività professionale, età e sesso dello scrivente, ecc.) sia con la situazione comunicativa concreta, al fine di identificare i fattori rilevanti nella costituzione della competenza scrittoria (compreso l'adeguamento alle necessità comunicative). Il quadro teorico in cui si sviluppa l'indagine comprende la scrittura in quanto sistema, i processi dello scrivere, e i meccanismi di acquisizione della scrittura, mettendo a frutto i risultati di tali ricerche per lo specifico contesto della scrittura popolare italiana e avvicinando cos delle discipline sinora senza contatto tra loro.

Italian language --- Written communication. --- Written discourse --- Written language --- Communication --- Discourse analysis --- Language and languages --- Visual communication --- Written Italian --- Written communication --- Written Italian. --- Social aspects. --- Social aspects --- Italien (Langue) --- Communication écrite --- Italien écrit --- Aspect social --- Italian language - Written Italian. --- Italian language - Social aspects.

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Jakob ist als Namensträger "Israel" der Eponym schlechthin. Gleichzeitig hat ihm sein trickreiches Vorgehen, mit dem er sich nach der Darstellung von Gen 25-33* zum Patriarchen emporschwingt, das Bild eines ambivalenten Charakters eingetragen. Wie verhalten sich diese beiden Pole auf der Ebene der Wachstumsgeschichte der Jakoberzählung zueinander? Bei der Ergründung dieser Fragen geraten gängig gewordene Annahmen zur Wachstumsgeschichte der Jakoberzählung ins Wanken. In ihrer diachronen Analyse von Gen 25-33* zeigt Kristin Tröndle zum einen, dass sich die entstehungsgeschichtliche Zergliederung der Jakoberzählung in sog. "Erzählkränze" nicht mehr halten lässt. Zum anderen begegnet sie den Problemen, die eine vornehmlich völkergeschichtliche Interpretation der Jakoberzählung verursacht, mit einem neuen Vorschlag: Jakob ist in der Jakoberzählung seit jeher der Eponym für Israel, während Esau und Laban erst durch sekundäre Texteingriffe zu Volksvertretern avancierten.

Dialectology --- Grammar --- German language --- Historical linguistics --- Sociolinguistics