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Sculpture --- Painting --- Museo civico di Casale Monferrato
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Christian religion --- Art --- Paleologo [Family] --- Italy
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Nella sua breve carriera, interrotta dalla prematura scomparsa a cinquant'anni, Jacob Ferdinand Voet (1639-1689) eseguì soltanto ritratti. Anversano al pari di altri grandi ritrattisti del Seicento come Frans Hals, Justus Sustermans e Antoon van Dyck, l'artista ebbe straordinario successo grazie a una formula espressiva che coniugava realismo e idealizzazione : Voet era in grado di perfezionare le caratteristiche estetiche dei propri modelli, conferendogli allo stesso tempo sensualità e decoro. A Roma, dove raggiunse il picco della sua celebrità, fu noto per questo come “Ferdinando de' Ritratti”. Al centro della mostra è uno dei dipinti più importanti della quadreria del Palazzo Reale, quello di Giovan Luca Durazzo, immortalato dal pittore fiammingo tra il 1667 e il 1671 mentre il patrizio genovese era ambasciatore nella città dei papi. Affiancate, due tra le più belle effigi virili di Voet del periodo romano, quelle di Urbano Rocci in abito da pellegrino e di suo fratello Pompeo, entrambe provenienti dalla Galleria Spada di Roma. Le tre opere bene rappresentano la qualità della ritrattistica di Voet, il cui stile non solo ebbe larga presa nella maggior parte delle corti italiane, ma anticipò le tendenze internazionali del secolo successivo e l'uso sempre più frequente del ritratto come status symbol delle élite d'antico regime.--rabat de jacquette
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Sculpture --- Painting --- art collections --- museumcollectie --- Galleria nazionale di Palazzo Spinola [Genova] --- Palazzo reale [Genoa] --- anno 1500-1799 --- Genoa
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Il volume è interamente dedicato al teatro di Luna, la colonia romana fondata nel 177 a.C. sulle sponde di un golfo oggi interrato, il portus Lunae, diventata famosa in tutto l'impero per il marmo, detto appunto lunense (oggi di Carrara), materiale pregiato cavato dalle vicine Alpi Apuane ricomprese nel suo territorio. Il teatro ' inserito nel settore nord orientale della città e da sempre emergente nella campagna lunense con la scheletrica muratura della cavea - è stato oggetto di scarso interesse fino alla fine dell'Ottocento quando l?imprenditore del marmo Carlo Fabbricotti ne esplora parzialmente le rovine recuperando per la sua collezione privata ricchi arredi architettonici e scultorei. Argomento centrale della pubblicazione è l?esito di tali recenti esplorazioni che hanno consentito di approfondire le trasformazioni strutturali dell'edificio - che ha la particolarità di essere un theatrum tectum, cioè coperto - prendendo in considerazione anche gli scavi precedenti, a oggi inediti. Gli esiti conseguiti sono stati più che soddisfacenti: basti fra tutti segnalare il dato cronologico relativo alla costruzione dell?edificio, che reperti diagnostici hanno indicato intorno agli anni 40 del I secolo d.C.
Excavations (Archaeology) --- Architecture, Roman --- Amphitheaters --- Luna (Extinct city)
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