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L'idea di allestire il presente volume è nata dall'esigenza di mettere a fuoco alcuni fra i complessi rapporti esistenti fra patrimoni materiali ed immateriali della cultura-una tematica cardine nella ricerca umanistica degli ultimi decenni-ma anche dalla volontà di meditare sul contributo che gli studi medio- e neo-latini hanno dato e possono ancora dare nell'ottica della valorizzazione del territorio. A tale scopo si è focalizzata l'attenzione sul patrimonio culturale della Campania che, con la sua variegata ricchezza, sia materiale, sia immateriale, e col suo esser divenuto centro e crocevia di molteplici ed importanti tradizioni, si presta a fornire interessanti spunti per ogni genere di ricerche e dibattiti. Così, ha trovato luogo qui, sotto una medesima copertina, una variegata miscellanea di saggi che mirano a sottolineare come la letteratura in generale ed in particolare quella medio- e neo-latina manifestino un'intrinseca capacità, nella loro qualità di patrimonio immateriale della cultura, di spiegarne ed al tempo stesso valorizzarne i patrimoni.
Latin literature, Medieval and modern --- History and criticism --- Campania (Italy) --- In literature.
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"Dans l'académie napolitaine de la Renaissance, les poètes latins distinguèrent la langue d'art latine de ses usages ancillaires sur le modèle des Anciens à qui le grec avait permis d'écrire grec en latin. Or si l'imitatio antique est une pédagogie par l'exemple (un exemplum n'est pas un modèle mais un paradigme), les poètes latins humanistes ne croyaient pas s'égaler à leurs modèles sans faire de l'imitation un principe d'écriture et le moteur d'une poétique. Avec ce nouveau statut de l'imitation, la poésie latine de la Renaissance ne put éluder celle de Virgile, maître de la uarietas et exemplum de tout style, et se fit parfois plus virgilienne que les modèles qui la faisaient naître à une originalité qu'elle définissait pour les Modernes."--Page 4 of cover.
Latin literature, Medieval and modern --- Humanism --- Philosophy --- Classical education --- Classical philology --- Philosophical anthropology --- Renaissance --- History and criticism --- History --- Virgil --- Vergilius Maro, P. --- Vergilius Maro, Publius --- Vergilius --- Vergil --- Virgile --- Virgilio Máron, Publio --- Virgilius Maro, Publius --- Vergili Maronis, Publius --- Virgilio Marone, P. --- Vergilīĭ --- Vergílio --- Wergiliusz --- Vergilīĭ Maron, P. --- Vergilīĭ Maron, Publīĭ --- Verhiliĭ Maron, P. --- Virgilio --- Virgilīĭ, --- Virgilius Maro, P. --- Virgil Maro, P. --- ווירגיל, --- וירגיליוס, --- ורגיליוס, --- מרו, פובליוס ורגיליוס, --- فرجيل, --- Pseudo-Virgil --- Pseudo Virgilio --- Virgilio Marón, Publio --- Bhārjila --- Influence --- Conferences - Meetings --- Poetry --- Neo-Latin literature --- anno 1400-1499 --- anno 1500-1599 --- Naples --- Marone, Publio Virgilio
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Dans l'académie napolitaine de la Renaissance, les poètes latins firent de l'imitation un principe d'écriture. Ils n'éludèrent donc pas celle de Virgile, exemplum de tout style, parfois plus virgiliens que le modèle qui les faisait naître à une originalit' qu’ils définissaient pour les Modernes.
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I saggi contenuti nel presente volume rappresentano il frutto di ripensamenti, approfondimenti e ricerche realizzati dai loro rispettivi autori dopo due fortunati incontri di studio tenutisi a Napoli in una sorta di feconda continuità intellettuale ed emotiva, sia pure a distanza di un certo tempo l'uno dall'altro, nell'ambito delle attività promosse dall'Accordo di cooperazione scientifica internazionale stipulato fra l'Università degli Studi di Napoli Federico II e l'Université de Rouen Normandie. Nello spirito di tale accordo, finalizzato a promuovere lo studio delle forme della civiltà umanistica a Napoli e nel suo Regno dalla metà del XV alla metà del XVI secolo, gli incontri in questione hanno consentito a numerosi studiosi di confrontarsi con profitto sulla definizione della cultura umanistica napoletano-aragonese nei suoi molteplici aspetti, con una particolare attenzione rivolta sia ad alcuni intellettuali che più hanno contribuito all'evoluzione dell'Accademia Napoletana nel periodo della sua attività più feconda, sia alla sopravvivenza ed alla permanenza del suo magistero, delle sue idee e dei suoi modelli nella civiltà letteraria europea dei secoli successivi.
Latin literature, Medieval and modern --- Humanism --- History and criticism --- Pontano, Giovanni Gioviano, --- Influence --- Accademia Pontaniana (1458) --- Naples (Kingdom) --- Intellectual life
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Il De bello Neapolitano di Giovanni Gioviano Pontano restò incompiuto alla sua morte, nel settembre del 1503. Incentrata sulla guerra di successione sostenuta da Ferrante contro Giovanni d’Angiò ed i baroni ribelli del Regno, l’opera s’inserisce nella produzione storiografica che fiorì alla corte della Napoli aragonese e che è stata di recente restituita al suo statuto ideologico e letterario. Oggetto di grande interesse per il suo valore documentario e storico-politico, oltre che per quello stilistico e letterario, essa è stata al centro di numerosi studi di varia matrice: certo, perché coi rapporti ideologici che la legano alla teoresi de lege historiae del dialogo Actius rappresenta il frutto maturo di un umanesimo che, avendo assorbito la lezione dei classici, ha sviluppato una propria autonomia critica e letteraria, ma soprattutto perché fu liberamente concepita da un intellettuale che rivestì un ruolo politico di rilievo nell’Italia del XV secolo e poté accedere a quelle documentazioni cancelleresche che ne sostanziano il metodo storiografico e la rendono moderna. Il De bello Neapolitano ci è stato tramandato nella copia di lavoro autografa del ms. Palat. Vindob. 3413 dell’Österreichische Nationalbibliothek di Vienna, che funse da originale di stampa per l’editio princeps dell’opera, curata da Pietro Summonte ed uscita a Napoli, per i tipi di Sigismondo Mayr, nel maggio del 1509. Sulla base dell’analisi dell’unica testimonianza autografa superstite dell’opera, la presente edizione si avvale del confronto con altre fonti letterarie e documentarie coeve sia per stabilirne un testo critico in linea coi moderni principi della filologia umanistica, sia per fornire i sussidi necessari a contestualizzarne la narrazione; ma si prefigge anche lo scopo di ricostruirne, fin dove possibile, la stratigrafia compositiva, con particolare attenzione ai ripensamenti di lingua e di stile, nonché ai rapporti con le possibili fonti antiche e moderne, letterarie e documentarie. Così, il testo critico è stato corredato di quattro fasce di apparato: nell’apparato sincronico trova luogo la registrazione delle varianti dovute agli interventi dell’editore primo Pietro Summonte; nell’apparato diacronico quella delle varianti d’autore che costituiscono la stratigrafia dell’autografo codice viennese; nell’apparato delle fonti e dei luoghi paralleli l’individuazione di alcune fra le possibili fonti linguistiche, stilistiche e letterarie della narrazione; nel commento storico sono raccolte – e spesso ricondotte alla loro genesi cancelleresca – le notizie utili ad illuminare testo e contesto storico, con informazioni su fatti, istituzioni, luoghi e personaggi, non senza chiarimenti su questioni politiche o diplomatiche. Il testo critico è preceduto da un’Introduzione che affronta gli aspetti della composizione, della cronologia e della tradizione dell’opera, nonché i caratteri dello statuto storiografico della sua narrazione, della lingua, dello stile e delle fonti che la sostanziano e la rendono, nonostante il suo stato d’incompiutezza, un vero classico del suo genere.
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L’intérêt pour la rhétorique a bénéficié au xxe siècle de l’impulsion donnée par l’épanouissement des sciences du langage. Libérée de la réputation sinon suspecte, du moins poussiéreuse qui avait longtemps été la sienne, la rhétorique a été reconsidérée à nouveaux frais dans les dernières décennies comme un objet protéiforme, à la fois art et science, un métalangage aux potentialités multiples. Si l’étude de la rhétorique antique, en Grèce et à Rome, est bien connue des chercheurs, son héritage au Moyen Âge et à la Renaissance méritait qu’un examen plus approfondi lui fût consacré. Le retour en grâce de la rhétorique a en effet largement profité à l’étude des textes de l’Antiquité et de l’âge classique, mais les époques médiévale et humaniste sont quelque peu restées en retrait. Durant ces périodes, la rhétorique a pourtant été un ferment vivifiant pour toute la tradition stylistique et poétique latine, et cela est sensible tant à travers les réflexions théoriques qu’à la lumière de la pratique même des écrivains. Il importait de faire le point sur le sujet : telle est l’ambition de cet ouvrage.
Language & Linguistics --- Medieval & Renaissance Studies --- Literature (General) --- tradition --- Renaissance --- rhétorique --- latin --- poétique --- imitation --- modèle --- stylistique --- Moyen Age --- genre littéraire --- héritage antique --- ars --- traité --- style
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