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Collective memory --- Collective memory. --- Fascism --- Fascisme --- Guerre mondiale, 1939-1945 --- Historiography. --- Holocaust denial --- Holocaust denial. --- Holocaust, Jewish (1939-1945) --- Holocauste, 1939-1945 --- Mémoire collective --- Nationalism and collective memory --- Nationalism and collective memory. --- Nationalisme et mémoire collective --- Négationnisme --- War --- World War, 1939-1945 --- Historiography --- Historiographie --- Mouvements de résistance --- Underground movements. --- Underground movements --- 1939-1945. --- Italy.
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World War, 1939-1945 --- 2ème guerre mondiale --- Underground movements --- Sources. --- Mouvements de résistance --- Sources --- Italy --- Italie --- Politics and government --- History --- Politique et gouvernement --- Histoire
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Oltre cento videointerviste a italiane e italiani sopravvissuti alla violenza nazista e fascista negli anni dell'occupazione tedesca - ebrei, deportati politici, internati militari, lavoratori coatti, partigiani - sono il frutto di un progetto di ricerca finanziato dal Fondo italo-tedesco per il futuro e realizzato presso il Dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e studi internazionali dell'Università di Padova. Ogni intervista rappresenta un patrimonio prezioso e unico di memoria, che racconta le esperienze vissute da persone travolte dalla violenza della guerra e dalle politiche criminali di repressione e sterminio del nazifascismo. Non solo dunque una delle ultime occasioni per dare voce alle vittime, ma anche una grande opportunità di approfondimento e analisi scientifica affidati ai più qualificati contemporaneisti. A partire dai materiali raccolti, il volume propone una riflessione sulla figura e il ruolo del testimone, sulle interazioni fra memorie individuali, familiari, locali e memoria pubblica nazionale relativa alla seconda guerra mondiale. --
Fascism --- Anti-fascist movements --- History
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Cattivo tedesco. Barbaro, sanguinario, imbevuto di ideologia razzista e pronto a eseguire gli ordini con brutalità. Al contrario, bravo italiano. Pacifico, empatico, contrario alla guerra, cordiale e generoso anche quando vestiva i panni dell'occupante. Sono i due stereotipi che hanno segnato la memoria pubblica nazionale e consentito il formarsi di una zona d'ombra: non fare i conti con gli aspetti aggressivi e criminali della guerra combattuta dall'Italia monarchico-fascista a fianco del Terzo Reich. A distinguere fra Italia e Germania era stata innanzitutto la propaganda degli Alleati: la responsabilità della guerra non gravava sul popolo italiano ma su Mussolini e sul regime, che avevano messo il destino del paese nelle mani del sanguinario camerata germanico. Gli italiani non avevano colpe e il vero nemico della nazione era il Tedesco. Gli argomenti furono ripresi e rilanciati dopo l'8 settembre dal re e da Badoglio e da tutte le forze dell'antifascismo, prima impegnati a mobilitare la nazione contro l'oppressore tedesco e il traditore fascista, poi a rivendicare per il paese sconfitto una pace non punitiva. La giusta esaltazione dei meriti guadagnati nella guerra di Liberazione ha finito così per oscurare le responsabilità italiane ed è prevalsa un'immagine autoassolutoria che ha addossato sui tedeschi il peso esclusivo dei crimini dell'Asse, non senza l'interessato beneplacito e l'impegno attivo di uomini e istituzioni che avevano sostenuto la tragica avventura del fascismo.
Guerre mondiale (1939-1945) --- Soldats --- Propagande antiallemande. --- Histoire militaire --- Attitude. --- Atrocités --- Italie. --- Allemagne.
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This book describes how Italy elaborated a master narrative of the Second World War that evades the faults of Mussolini's fascist war by attributing all responsibility on the shoulders of the German ally.
National characteristics, German. --- National characteristics, Italian. --- Germany. --- Italy. --- Italy. --- Germany. --- History --- History --- Germany --- Italy --- History, Military. --- History, Military.
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History of Germany and Austria --- History of Italy --- anno 1900-1999
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L'histoire des justices militaires a jusqu'il y a peu été largement négligée. Institution hybride, elle a longtemps fait l'objet de jugements à l'emporte-pièce, tant chez les militaires que chez les juristes. On a ainsi vu se multiplier critiques acerbes et plaidoyers pro domo autour de cette institution si particulière. Une série de séminaires menés dans le cadre du projet de la Maison des sciences de l'Homme, de 2004 à 2008, avait pour objectif de parcourir, en perspective comparée, les évolutions de la justice militaire depuis le XVIe siècle. Le présent volume reprend reprend une vingtaine de ces contributions, orientées sur le premier XXe siècle, pour comprendre les tensions, les pratiques et les limites de la justice militaire pendant et autour des deux guerres mondiales. Parcourant l'Europe occidentale, il se veut méthodologique et initiateur, éclairant une réalité transnationale à l'aide d'études de cas, inscrites dans le temps et l'espace. Until recently, the history of military justice has been largely neglected. As a hybrid concept, it has for many years been the subject of hasty judgments from both military institutions and lawyers. Members of the military institutions kept repeating harsh criticisms while the lawyers kept justifying themselves. This volume brings together 20 contributions that focus on the early 20th century in Western Europe with the aim of examining the tensions, practices and limitations of military justice during the two World Wars. In doing so, it uses a methodological and original approach, from the perspective of transnational reality and uses case studies from a range of countries at different times. The contributions were all presented during multiple seminars held at the Maison des sciences de l'Homme between 2004 and 2008. Using a comparative perspective, these seminars explored the evolution of the military justice system since the 16th century.
History --- justice militaire --- XXème siècle --- guerre mondiale --- conflit --- Europe
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