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Gli undici saggi che compongono il volume costituiscono un omaggio che gli Autori hanno voluto tributare, in occasione del centocinquantenario della nascita, a Federico Patetta (Cairo Montenotte, 16.2.1867 – Alessandria, 28.10.1945), un maestro emblematico per la Storia del diritto italiano e, più in generale, per le discipline genericamente definite ‘umanistiche’, il quale ha illustrato con il proprio magistero l’Ateneo torinese nei primi decenni del secolo XX. Le tre parti in cui si articola il libro tentano di restituire un profilo complesso del personaggio che in certo qual modo rifletta la poliedricità di formazione, di interessi e di magistero che hanno contraddistinto lo studioso nel vivace e complesso panorama culturale della prima metà del Novecento. La costante attenzione all’indissolubile e imprescindibile legame tra ricerca e insegnamento universitario, la raffinata erudizione negli ambiti più eterogenei delle ‘scienze umane’, la costante vocazione di filologo e critico, esercitata su un prezioso e vasto patrimonio librario e manoscritto a noi tramandato, emergono – nei contributi qui raccolti – quali cifra e testamento spirituale di uno degli ultimi ‘umanisti’ della contemporaneità che parrebbe ancora aver molto da insegnare sull’urgenza e imprescindibilità del recupero della storia delle fonti, giuridiche ma anche letterarie, filosofiche, teologiche, tardo-antiche e altomedievali, per la sopravvivenza della preziosa eredità culturale e civile dell’Occidente.
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In Problems of Life & Death: A Humanist Perspective, he offers a lively discussion of humanism and supernaturalism; problems of practical wisdom featuring death and the good; and traditional moral problems. Part one traces contemporary rational humanism to its roots in ancient Greece; its revival in the Christian renaissance; its development during the scientific revolution, the 18th century Enlightenment, the Darwinian theory of evolution, and its contemporary developments. Part two answers broad questions of practical wisdom from the rationalist point of view. The third part offers a rationalist conception of morality to replace "the will of God" as the impetus for human action. Baier then applies this moral stance to a number of contemporary moral problems including how to lead a rewarding life, homosexual behavior, birth control, and suicide. With fresh ideas, a carefully argued thesis, and convincing conclusions, Baier shows how the rational humanist can come to grips with some of the deepest problems of human existence, without assumptions based on religious faith. What gives purpose to our existence? What happens to our mind and body when we die? What invests our lives with meaning and propels us to go on from day to day? These are some of the questions that have occupied humankind fo centuries. Do solutions to these problems of life and death depend, as many believe, on the existence and intervention of a supernatural creator god? In this contribution to the Prometheus Lecture Series, noted philisopher and humanist Kurt Baier, one of the leading ethical theorists of the 20th century, contends that rational humanism is the best alternative to theism.
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Gli undici saggi che compongono il volume costituiscono un omaggio che gli Autori hanno voluto tributare, in occasione del centocinquantenario della nascita, a Federico Patetta (Cairo Montenotte, 16.2.1867 – Alessandria, 28.10.1945), un maestro emblematico per la Storia del diritto italiano e, più in generale, per le discipline genericamente definite ‘umanistiche’, il quale ha illustrato con il proprio magistero l’Ateneo torinese nei primi decenni del secolo XX. Le tre parti in cui si articola il libro tentano di restituire un profilo complesso del personaggio che in certo qual modo rifletta la poliedricità di formazione, di interessi e di magistero che hanno contraddistinto lo studioso nel vivace e complesso panorama culturale della prima metà del Novecento. La costante attenzione all’indissolubile e imprescindibile legame tra ricerca e insegnamento universitario, la raffinata erudizione negli ambiti più eterogenei delle ‘scienze umane’, la costante vocazione di filologo e critico, esercitata su un prezioso e vasto patrimonio librario e manoscritto a noi tramandato, emergono – nei contributi qui raccolti – quali cifra e testamento spirituale di uno degli ultimi ‘umanisti’ della contemporaneità che parrebbe ancora aver molto da insegnare sull’urgenza e imprescindibilità del recupero della storia delle fonti, giuridiche ma anche letterarie, filosofiche, teologiche, tardo-antiche e altomedievali, per la sopravvivenza della preziosa eredità culturale e civile dell’Occidente.
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Gli undici saggi che compongono il volume costituiscono un omaggio che gli Autori hanno voluto tributare, in occasione del centocinquantenario della nascita, a Federico Patetta (Cairo Montenotte, 16.2.1867 – Alessandria, 28.10.1945), un maestro emblematico per la Storia del diritto italiano e, più in generale, per le discipline genericamente definite ‘umanistiche’, il quale ha illustrato con il proprio magistero l’Ateneo torinese nei primi decenni del secolo XX. Le tre parti in cui si articola il libro tentano di restituire un profilo complesso del personaggio che in certo qual modo rifletta la poliedricità di formazione, di interessi e di magistero che hanno contraddistinto lo studioso nel vivace e complesso panorama culturale della prima metà del Novecento. La costante attenzione all’indissolubile e imprescindibile legame tra ricerca e insegnamento universitario, la raffinata erudizione negli ambiti più eterogenei delle ‘scienze umane’, la costante vocazione di filologo e critico, esercitata su un prezioso e vasto patrimonio librario e manoscritto a noi tramandato, emergono – nei contributi qui raccolti – quali cifra e testamento spirituale di uno degli ultimi ‘umanisti’ della contemporaneità che parrebbe ancora aver molto da insegnare sull’urgenza e imprescindibilità del recupero della storia delle fonti, giuridiche ma anche letterarie, filosofiche, teologiche, tardo-antiche e altomedievali, per la sopravvivenza della preziosa eredità culturale e civile dell’Occidente.
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Humanistic ethics --- Morale humaniste --- Humanistic ethics.
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Avec ce livre s'achève la trilogie de l'humanisme éthique, concept que l'auteur a déjà développé dans ses deux ouvrages précédents, en s'attachant d'abord à ses fondements historiques et préhistoriques accrédités par Yves Coppens, le préfacier, puis en élaborant une théorie, une éthique et une philosophie tout à fait personnelles. C'est que l'humanisme est ici entièrement renouvelé, puisqu'au lieu de célébrer l'homme en général, l'auteur, plus exigeant, ne fait confiance qu'à la partie volontairement bonne de la personne, ce qui lui confère une autorité bien supérieure à celle que prétendaient détenir les humanistes des siècles passés. Dans le souci de mettre en oeuvre une pensée qui s'articule autour de l'excellence de l'homme et de sa visée de quintessence, l'auteur emprunte à la Renaissance le terme d'humanistique : rien n'était trop beau à l'époque pour transcrire la culture des Anciens, rien n'est plus immergé dans la réalité psychologique, sociale et politique qu'une conception attachée à rendre meilleures l'humanité et la société... surtout si la théorie peut s'insérer dans la pratique, ce qu'illustrent les nombreuses suggestions qui sont ici proposées. Ce livre espère améliorer les conduites individuelles, orienter l'humain privé de repères, réguler les biotechnologies, les sciences et les techniques, mais cela ne suffirait pas s'il ne cherchait à revitaliser la civilité et la citoyenneté, et s'il ne prônait pas une démocratie plus participative et ouvertement délibérative, dans un monde plus solidaire et plus éthique, donc plus humain. L'humanisme traditionnel, en glorifiant l'homme, n'avait empêché ni la violence, ni la barbarie ; il n'avait réduit ni la faim, ni la misère qui sévissent encore et partout. Plus exigeant, l'humanisme éthique possède les moyens de pacifier et la personne, et la communauté internationale, et cet ouvrage en apporte la promesse.
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