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Berenice Abbott is to American photography what Georgia O Keeffe is to painting or Willa Cather to letters. Abbott's sixty-year career established her not only as a master of American photography but also as a teacher, writer, archivist and inventor. A teenage rebel from Ohio, Abbott escaped to Paris photographing, in Sylvia Beach's words, everyone who was anyone before returning to New York as the Roaring Twenties ended. Abbott's best known work, Changing New York , documented the city's 1930s metamorphosis. She then turned to science as a subject, culminating in work important to the 1950s space race . This biography secures Abbott's place in the histories of photography and modern art while framing her accomplishments as a female artist and entrepreneur.
Photographie --- Abbott, Berenice --- Fotograaf
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Nel 1803 Ugo Foscolo pubblicò a Milano un’edizione commentata della Coma Berenices catulliana. È un’opera che, a più di duecento anni di distanza, continua a risultare di problematica interpretazione nella sua ispirazione, nel suo significato, nei suoi fini: incerte sono inoltre le ragioni che spinsero il venticinquenne Foscolo a impegnarsi in un lavoro a lui così apparentemente alieno per spirito e formazione. Se fosse vero quanto dichiarato nel finale Commiato, cioè che l’unico scopo dell’autore era quello di dileggiare il metodo dei “pedanti” nel commentare un autore antico, non si spiegherebbero l’erudizione da lui stesso profusa né la serietà del risultato finale. L’ambiguità pervade in realtà tutta l’opera, che sembra procedere secondo un moto ondivago di adesioni e ripulse. È quanto si può affermare anche a proposito dei giudizi di Foscolo sui Callimachi elegiarum fragmenta, cum elegia Catulli Callimachea del grande filologo olandese L.C. Valckenaer (1715-1785), lavoro pubblicato postumo a Leida nel 1799 da J. Luzac. Pur beffardamente sottolineando in più luoghi l’estrema complessità dell’edizione valckenaeriana e la propria avversione per il modus operandi dello studioso batavo, esponente della cosiddetta schola Hemsterhusiana, Foscolo in realtà fece dei Callimachi elegiarum fragmenta una delle principali fonti del suo lavoro intorno alla Chioma di Berenice: un tacito ma decisivo contributo, i cui tratti sono qui individuati ed esaminati per la prima volta in forma sistematica.
Foscolo --- Poesia --- Chioma di Berenice --- Foscolo --- Poesia --- Chioma di Berenice
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Nel 1803 Ugo Foscolo pubblicò a Milano un’edizione commentata della Coma Berenices catulliana. È un’opera che, a più di duecento anni di distanza, continua a risultare di problematica interpretazione nella sua ispirazione, nel suo significato, nei suoi fini: incerte sono inoltre le ragioni che spinsero il venticinquenne Foscolo a impegnarsi in un lavoro a lui così apparentemente alieno per spirito e formazione. Se fosse vero quanto dichiarato nel finale Commiato, cioè che l’unico scopo dell’autore era quello di dileggiare il metodo dei “pedanti” nel commentare un autore antico, non si spiegherebbero l’erudizione da lui stesso profusa né la serietà del risultato finale. L’ambiguità pervade in realtà tutta l’opera, che sembra procedere secondo un moto ondivago di adesioni e ripulse. È quanto si può affermare anche a proposito dei giudizi di Foscolo sui Callimachi elegiarum fragmenta, cum elegia Catulli Callimachea del grande filologo olandese L.C. Valckenaer (1715-1785), lavoro pubblicato postumo a Leida nel 1799 da J. Luzac. Pur beffardamente sottolineando in più luoghi l’estrema complessità dell’edizione valckenaeriana e la propria avversione per il modus operandi dello studioso batavo, esponente della cosiddetta schola Hemsterhusiana, Foscolo in realtà fece dei Callimachi elegiarum fragmenta una delle principali fonti del suo lavoro intorno alla Chioma di Berenice: un tacito ma decisivo contributo, i cui tratti sono qui individuati ed esaminati per la prima volta in forma sistematica.
Foscolo --- Poesia --- Chioma di Berenice
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Nel 1803 Ugo Foscolo pubblicò a Milano un’edizione commentata della Coma Berenices catulliana. È un’opera che, a più di duecento anni di distanza, continua a risultare di problematica interpretazione nella sua ispirazione, nel suo significato, nei suoi fini: incerte sono inoltre le ragioni che spinsero il venticinquenne Foscolo a impegnarsi in un lavoro a lui così apparentemente alieno per spirito e formazione. Se fosse vero quanto dichiarato nel finale Commiato, cioè che l’unico scopo dell’autore era quello di dileggiare il metodo dei “pedanti” nel commentare un autore antico, non si spiegherebbero l’erudizione da lui stesso profusa né la serietà del risultato finale. L’ambiguità pervade in realtà tutta l’opera, che sembra procedere secondo un moto ondivago di adesioni e ripulse. È quanto si può affermare anche a proposito dei giudizi di Foscolo sui Callimachi elegiarum fragmenta, cum elegia Catulli Callimachea del grande filologo olandese L.C. Valckenaer (1715-1785), lavoro pubblicato postumo a Leida nel 1799 da J. Luzac. Pur beffardamente sottolineando in più luoghi l’estrema complessità dell’edizione valckenaeriana e la propria avversione per il modus operandi dello studioso batavo, esponente della cosiddetta schola Hemsterhusiana, Foscolo in realtà fece dei Callimachi elegiarum fragmenta una delle principali fonti del suo lavoro intorno alla Chioma di Berenice: un tacito ma decisivo contributo, i cui tratti sono qui individuati ed esaminati per la prima volta in forma sistematica.
Foscolo --- Poesia --- Chioma di Berenice
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Photography --- Variétés: Revue mensuelle illustrée de l'esprit contemporain (Journal). --- Perswetenschappen --- Fotografie --- modern [stijlen en perioden] --- Hecke, van, Paul Gustave --- Archief en Museum van de Socialistische Arbeidersbeweging [Gent] --- anno 1920-1929 --- Journalism --- Modern [style or period] --- fotografie --- België --- twintigste eeuw --- tijdschriften --- Variétés --- Van Hecke Paul-Gustave --- modernisme --- surrealisme --- Atget Eugène --- Abbott Berenice --- Bayer Herbert --- Lotar Eli --- Henri Florence --- Kertész André --- Krull Germaine --- Man Ray --- Moholy-Nagy László --- 77.037 --- Exhibitions --- Archives and Museum of the Socialist Labour Movement [Ghent] --- artistieke fotografie
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Archaeological surveying --- Excavations (Archaeology) --- Roads, Roman --- Trade routes --- Pottery, Ancient --- Antiquities. --- Archaeological surveying. --- Classical antiquities. --- Pottery, Ancient. --- Roads, Roman. --- Trade routes. --- Eastern Desert (Egypt) --- Egypt --- Berenice/Berenike. --- Sharqīyah, Aş Şaḩrā' ash (desert) --- Antiquities, Roman. --- Antiquities --- Classical antiquities --- Archaeological digs --- Archaeological excavations --- Digs (Archaeology) --- Excavation sites (Archaeology) --- Ruins --- Sites, Excavation (Archaeology) --- Archaeology --- Commercial routes --- Foreign trade routes --- Ocean routes --- Routes of trade --- Sea lines of communication --- Sea routes --- Commerce --- Roman roads --- Ancient pottery --- Pottery, Prehistoric --- Antiquities, Classical --- Antiquities, Grecian --- Antiquities, Roman --- Archaeology, Classical --- Classical archaeology --- Roman antiquities --- Archaeological museums and collections --- Art, Ancient --- Classical philology --- Surveying --- Archaeological specimens --- Artefacts (Antiquities) --- Artifacts (Antiquities) --- Specimens, Archaeological --- Material culture --- Eastern Desert --- Methodology --- Pottery --- Sharqīyah, Aş Şaḩrā' ash (desert)
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In this comprehensive study, Kevin Moore examines the relationship between Eugene Atget (1857-1927) and Berenice Abbott (1898-1991) and the nuances of their individual photographic projects. Abbott and Atget met in Man Ray's Paris studio in the early 1920s. Atget, then in his sixties, was obsessively recording the streets, gardens, and courtyards of the 19th-century city-old Paris-as modernization transformed it. Abbott acquired much of Atget's work after his death and was a tireless advocate for its value. She later relocated to New York and emulated Atget in her systematic documentation of that city, culminating in the publication of the project Changing New York.0 This engaging publication discusses how, during the 1930s and 1940s, Abbott paid further tribute to Atget by publishing and exhibiting his work and by printing hundreds of images from his negatives, using the gelatin silver process. Through Abbott's efforts, Atget became known to an audience of photographers and writers who found diverse inspiration in his photographs. Abbott herself is remembered as one of the most independent, determined, and respected photographers of the 20th century.
Atget, Eugène, --- Abbott, Berenice, --- Atget, Jean-Eugène, --- Paris (France) --- New York (N.Y.) --- New York (City) --- Ni︠u︡ Ĭork (N.Y.) --- Novi Jork (N.Y.) --- Nova Iorque (N.Y.) --- Nyu-Yorḳ (N.Y.) --- Nueva York (N.Y.) --- Nu Yorḳ (N.Y.) --- Nyuyok (N.Y.) --- Nuyorḳ (N.Y.) --- New York City (N.Y.) --- Niyū Yūrk (N.Y.) --- Niyūyūrk (N.Y.) --- Niu-yüeh (N.Y.) --- Nowy Jork (N.Y.) --- City of New York (N.Y.) --- New York Stad (N.Y.) --- نيويورك (N.Y.) --- Táva Nueva York (N.Y.) --- Nyu-York Şähäri (N.Y.) --- Нью-Йорк (N.Y.) --- Горад Нью-Ёрк (N.Y.) --- Horad Nʹi︠u︡-I︠O︡rk (N.Y.) --- Нью-Ёрк (N.Y.) --- Ню Йорк (N.Y.) --- Nova York (N.Y.) --- Çĕнĕ Йорк (N.Y.) --- Śĕnĕ Ĭork (N.Y.) --- Dakbayan sa New York (N.Y.) --- Dinas Efrog Newydd (N.Y.) --- Efrog Newydd (N.Y.) --- Nei Yarrick Schtadt (N.Y.) --- Nei Yarrick (N.Y.) --- Νέα Υόρκη (N.Y.) --- Nea Yorkē (N.Y.) --- Ciudad de Nueva York (N.Y.) --- Novjorko (N.Y.) --- Nouvelle York (N.Y.) --- Nua-Eabhrac (N.Y.) --- Cathair Nua-Eabhrac (N.Y.) --- Caayr York Noa (N.Y.) --- York Noa (N.Y.) --- Eabhraig Nuadh (N.Y.) --- Baile Eabhraig Nuadh (N.Y.) --- Нью Йорк балhсн (N.Y.) --- Nʹi︠u︡ Ĭork balḣsn (N.Y.) --- Шин Йорк (N.Y.) --- Shin Ĭork (N.Y.) --- 뉴욕 (N.Y.) --- Lungsod ng New York (N.Y.) --- Tchiaq York Iniqpak (N.Y.) --- Tchiaq York (N.Y.) --- New York-borg (N.Y.) --- Nuova York (N.Y.) --- ניו יורק (N.Y.) --- New York Lakanbalen (N.Y.) --- Lakanabalen ning New York (N.Y.) --- Evrek Nowydh (N.Y.) --- Nouyòk (N.Y.) --- Bajarê New Yorkê (N.Y.) --- New Yorkê (N.Y.) --- Mueva York (N.Y.) --- Sivdad de Mueva York (N.Y.) --- סיבֿדאד די מואיבֿה יורק (N.Y.) --- Sivdad de Muevah Yorḳ (N.Y.) --- מואיבֿה יורק (N.Y.) --- Muevah Yorḳ (N.Y.) --- Novum Eboracum (N.Y.) --- Neo-Eboracum (N.Y.) --- Civitas Novi Eboraci (N.Y.) --- Ņujorka (N.Y.) --- Niujorkas (N.Y.) --- Niujorko miestas (N.Y.) --- Niuiork (N.Y.) --- Њујорк (N.Y.) --- Njujork (N.Y.) --- Bandar Raya New York (N.Y.) --- Bandaraya New York (N.Y.) --- Nuoba Iorque (N.Y.) --- Нью-Йорк хот (N.Y.) --- Nʹi︠u︡-Ĭork khot (N.Y.) --- Āltepētl Yancuīc York (N.Y.) --- Niej-York (N.Y.) --- ニューヨーク (N.Y.) --- Nyū Yōku (N.Y.) --- ニューヨーク市 (N.Y.) --- Nyū Yōku-shi (N.Y.) --- NYC (N.Y.) --- N.Y.C. (N.Y.) --- Parijs (France) --- Pařiž (France) --- Parizh (France) --- Париж (France) --- Parigi (France) --- Bārīs (France) --- باريس (France) --- Lutetia (France) --- Paryż (France) --- Párizs (France) --- Parisioi (France) --- Parisi (France) --- Παρίσι (France) --- Parys (France) --- Parij (France) --- Parĩ (France) --- Bali (France) --- Pa-lí (France) --- 巴黎 (France) --- Horad Paryz︠h︡ (France) --- Горад Парыж (France) --- Paryz︠h︡ (France) --- Парыж (France) --- Парис (France) --- Parighji (France) --- Pariggi (France) --- Pariis (France) --- Париж ош (France) --- Parizh osh (France) --- Parizo (France) --- Páras (France) --- Paarys (France) --- Pâ-lì-sṳ (France) --- 파리 (France) --- Palika (France) --- פריז (France) --- Lutèce (France) --- Paris --- Seine (France) --- Exhibitions --- City of Paris --- France --- New York (State) --- Photography, Artistic
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