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Tema centrale di questo libro è la nozione di firmitas cosi come si è dispiegata nella trattatistica architettonica d'etaà moderna. Essa attraversa varie fasi di alterna fortuna e la vicenda di cui è protagonista disegna una curva via digradante, in un declino lenta e travagliato che si compirà in età contemporanea. Naturalmente si tratta di un processo non lineare e non sincronico nelle diverse aree culturali. Ma, nel complesso, esso si gioca sull'opposizione fra due ordini del sapere ben distinti che rappresentano i due poli estremi di tensione. Da un lato, la filosofia della natura, la fisica, la meccanica elaborate dalla cultura classica e moderna. Dall'autro lato, la tradizione costrutiva affidata al sapere esperenziale delle maestranze, alla "peritorum prudentia" di cui sono testimonianza innumerevoli e nobili edifici. Questi due poli nascono storicamente in contesti diversi, impereabili l'uno all'altro. Tuttavia, sin dalla sua radice vitruviana, la trattatistica ha voluto mediare e confrontare i due piani originariamente estranei. Cosi, quasi tutti i grandi trattati dedicano capitoli alla meccanica e alla fisica secondo la parola dei sapiento. E quasi tutti i grandi trattati giustificano queste digressioni nel campo della filosofia naturale con l'esigenza di comprensione più certa e universale dei precetti tramandati dall'arte del costruire. Tale mediazione istituisce la condizione di legittimità e di esistenza della nozione stessa di firmitas ed è, conseguentemente, il nucleo problematico di questo saggio. (4e de couverture)

Vitruvus Pollio -- Influence --- Architecture -- Philosophie