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Marx's book throws considerable new light on German idealism.
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«Si tratta di dimostrare in tutto l’essere empiricamente dato, come suoi elementi, e certo come i suoi unici elementi, quei due principi, Volontà e Idea (o Rappresentazione), che con pari diritto sono sostenuti, in quanto attributi, da una sostanza individuale che è in essi identica» (Eduard von Hartmann).
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Nuova edizione riveduta e ampliata del testo con cui a inizio carriera Corriero si è fatto conoscere nel mondo della filosofia italiana, apprezzato in modo particolare da Massimo Cacciari che ne aveva scritto la prefazione. È dedicato al rapporto tra il pensiero di Schelling e quello di Nietzsche: “vertigini della ragione” è quel misto di fascinazione e repulsione che afferra il pensiero dinanzi al fondo abissale dell’Esistente. Come sottolinea Cacciari, l’interpretazione di Nietzsche deve “ritornare” a Schelling, che rappresenta l“arcano” più profondo di tutta la critica all’idealismo e della filosofia della krisis, che Schelling anticipa e Nietzsche porterà a compimento. «Ciò che questo libro chiarisce, definitivamente a mio avviso, è che l’interpretazione di Nietzsche deve “ritornare” a Schelling, e che Schelling rappresenta l’“arcano” più profondo di tutta la critica all’idealismo e della filosofia della krisis.» Massimo Cacciari
Philosophy --- Cacciari --- filosofia della krisis --- Schelling --- Nietzsche --- philosophie de krisis --- philosophy of krisis --- Nietzsche, Friedrich Wilhelm, --- Schelling, Friedrich Wilhelm Joseph von, --- Schelling, Friedrich Wilhelm Joseph von --- Schelling, F. W. J. --- Schelling, Friedrich Wilhelm Joseph --- Schelling, Federico Guillermo José --- Nietzsche, Friedrich --- Nietzsche, Friederich
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Die traditionelle Interpretation des deutschen Idealismus geht von einer geradlinigen Entwicklung von Kant über Fichte und den frühen Schelling bis zur Vollendung im System von Hegel aus. In seinem klassischen Werk, das nun in der deutschen Übersetzung von Hans-Dieter Gondek vorliegt, schlägt Vetö eine andere Perspektive vor. Ausgehend von Kant, folgt er dem Denken auf zwei Wegen. Die erste Lesart, entlang einer Rationalität, die immer vollkommener wird, entspricht der traditionellen Interpretation. Die zweite will von der Endlichkeit her verstanden sein, wie sie der späte Fichte begründete, und die ihre endgültige Ausformulierung in Schellings "Spätphilosophie" erhielt. Dieses monumentale Werk zum deutschen Idealismus gewichtet und interpretiert in drei Teilen die vier Hauptphilosophen des Deutschen Idealismus. Berücksichtigt werden dabei alle Schriften, wobei ein Schwerpunkt auf den Problemstellungen der Metaphysik, der Moral und der Religionsphilosophie liegt.
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