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Reliques et reliquaires --- Reliques et reliquaires medievaux --- Histoire --- Reliques et reliquaires --- Reliques et reliquaires medievaux --- Histoire
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Ancora una volta Nilo Capretti non cessa di stupirci con le sue immagini: dopo "In Portus sotterranea", è la volta di un'insolita e poco conosciuta collezione di busti reliquiari in legno dorato e dipinto eseguiti nel corso del XVII secolo per gli agostiniani empolesi. La trentina di esemplari appaiono fotografati da ambo i lati in modo da restituirci l'immagine davvero globale del singolo oggetto. Per l'occasione sono stati coinvolti nel progetto due studiosi: Marco Frati e Valfredo Siemoni. Nei due saggi del primo si indaga sull'antichissimo culto delle reliquie cristiane, fornendo inoltre nuove, interessantissime, ipotesi sul primitivo insediamento agostiniano ad Empoli. Siemoni invece si dedica allo studio dei singoli arredi tentando una divisione stilistica per gruppi, dandone una lettura, ove possibile, anche iconografica. Il risultato è un volume elegante, impreziosito dalla sapienza grafica di Stefano Lenzi; un volume che ci conferma come qualsiasi oggetto sia degno di indagine e valorizzazione al di là di ogni nostra concezione estetica.
Reliquaires --- Empoli --- San Stefano (Empoli)
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Nel 1472 giunse alla Scuola Grande di Santa Maria dello Carità, donata dal cardinale Bessarione, una stauroteca che conteneva, oltre a frammenti del santo legno e della tunica di Cristo, una croce dorata e scene dipinte su tavola. In sequito alla soppressione della Scuola in epoca napoleonica, l'oggetto finì sul mercato antiquario e giunse nel 1820 a Vienna trovando posto nelle collezioni imperiali. Dopo la fine dell'impero austro ungarico e la restituzione all'Italia, la stauroteca ritornò nella sua vecchia ubicazione : la sala de'll'Albergo della Scuola della Carità, divenuta nel frattempo sede delle Gallerie dell'Accademia. Il prezioso reliquiario fu aperto, per la prima volta dopo il 1765, a dicembre del 2010 dai restauratori della Soprintendenza speciale per il Polo museale della città di Venezia e dell'Opificio delle Pietre Dure e restaurato a Firenze nei laboratori dell'Opificio stesso. Gli interventi eseguiti, accompagnati da una sofisticata campagna diagnostica sull'oggetto, hareso doveroso valorizzare i dati acuisiti e un confronto a largo raggio con studiosi di diverse discipline che hanno analizzato il contesto di produzione, la storia della stauroteca, il ruolo a Venezia del suo celeberrimo possessore Bessarione e il rapporto con la Scuola della Carità a cui fu donata.
Staurothèques --- Reliquaires --- Bessarion, Jean --- Staurothèques
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Iesus Christus D.N. --- Sanguis --- Mantova --- Reliquaires
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Nel 1616 veniva consacrata con cerimonia solenne la ‘Cappella delle Reliquie’ in Palazzo Pitti, luogo simbolo della devozione delle granduchesse di Toscana e degli ultimi granduchi della famiglia Medici. Costruita da Cosimo I nel 1560, la cappella, custodiva i reliquiari preziosi delle sue collezioni. In pochi anni nella ‘Cappella delle Reliquie’ si riunì uno straordinario insieme di opere che fu accresciuto con gli anni diventando uno dei più vasti tesori sacri d’Europa. Il catalogo intende restituire un’immagine di queste preziosissime collezioni, simbolo di prestigio e di magnificenza, fonte di denaro e coagulo di identità collettiva.Il sontuoso ambiente aveva l’aspetto di una vera e propria Wunderkammer devozionale, con armadi decorati da pannelli dipinti da Giovanni Bilivert, Filippo Tarchiani, Fabrizio Boschi e Matteo Rosselli, al cui interno trovarono posto non solo straordinarie custodie frutto della collaborazione fra esperti scultori e maestri orafi - Massimiliano Soldani Benzi, Giuseppe Antonio Torricelli coadiuvati da Giovan Battista Foggini - ma anche oggetti liturgici e manufatti profani.
Florence --- Palazzo Pitti --- Reliquaires --- Reliques --- Christian art and symbolism --- Religious articles --- Reliquaries
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L'ornamento, nell'accezione greca di ágalma (ciò che risplende e onora, e perciò glorifica), è stato per oltre un millennio uno dei segni elettivi con i quali la gloria del Dio della Bibbia, imprimendo le figure della santità cristiana, ha disseminato nella storia le sue tracce visibili. Le impronte di gloria (orme divine, reliquie, reliquiari, immagini votive e altre insegne e sostanze cristiche) avrebbero enucleato alcuni tra i più importanti dispositivi rituali che, dalla Tarda Antichità al Rinascimento, attivarono l'efficacia politica dello scambio salvifico. È il regime discorsivo e rituale, qui definito paradigma agalmatico, che istituì e governò l'immaginario economico e religioso dell'Europa cristiana consentendo l'incessante metamorfosi dei beni terreni nei tesori celesti e innescando il sistema retributivo della grazia e del miracolo. Dal XII secolo, l'oro dei santi e l'oro monetale, fino ad allora non separabili perché parte e motore di uno stesso circuito sacrificale, divaricarono per sempre i propri destini. Si avviò così la transizione epocale dal paradigma agalmatico alla modernità economica, dal mondo dell'ornamentum al regime dell'utilitas, dall'era dell'effigie e dell'impronta all'età dell'arte e degli artisti.
Culte des saints --- Reliquaires --- Images --- Christian art and symbolism --- Religious articles --- Europe
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Reliquaries, Medieval --- Devotional objects --- Saints --- Reliquaires médiévaux --- Objets de dévotion --- Saints --- Catholic Church --- Cult --- Eglise catholique --- Culte
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Relics --- Reliquaries --- Christian saints --- Death --- Human body --- Reliques --- Reliquaires --- Saints chrétiens --- Mort --- Corps humain --- History --- Cult --- Religious aspects --- Christianity --- Histoire --- Culte --- Aspect religieux --- Christianisme --- Saints chrétiens --- History.
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