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Philosophy and psychology of culture --- Sociology of the family. Sociology of sexuality --- Art --- Fiction --- anno 1900-1909 --- anno 1910-1919 --- Feminism --- Literature --- Theory --- Images of women --- Book --- Cultural movements
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Longtemps, il a été admis que les futuristes étaient des misogynes invétérés. La célèbre formule du manifeste de fondation, le « mépris de la femme », semblait résumer toute la conception futuriste de la femme, marquant à jamais le mouvement d’avant-garde. La réalité est plus complexe. Les futuristes ont abordé de nombreux aspects de la question de la femme en assumant des positions parfois progressistes sur le divorce, le droit de vote ou l’égalité dans le travail. Parfois, dans leur volonté de refonder une humanité nouvelle, ils ont formulé des propositions étonnantes, de la reproduction sans le concours de la femme à « l’enfant d’État ». Et dans leurs œuvres littéraires des modèles de femme très anti-conventionnels côtoient les plus éculés des clichés. Le futurisme, prototype des mouvements d’avant-garde qui vont déferler tout au long du XXe siècle, avait pour objectif de dynamiter les règles, les institutions, les usages et les mœurs du passé pour reconstruire l’univers et changer la vie. Voulait-il changer aussi la vie de la femme ? Quelle place assignait-il à la femme dans le monde du futur dont il envisageait la constitution ? A-t-il imaginé une femme nouvelle à côté de l’homme nouveau ? C’est à ces interrogations que cette étude, basée sur un important corpus littéraire et théorique, apporte des réponses originales.
Literature, Romance --- mythe --- représentation --- femme --- futurisme
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Emotions in literature. --- Love in literature. --- European literature --- History and criticism.
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Nell’arco di un quarto di secolo, ondate migratorie successive hanno trasformato un fenomeno episodico in una condizione strutturale dell’Italia contemporanea. I flussi (di persone ma anche di merci e culture) hanno avuto (e hanno tuttora) notevolissimo impatto su società, politica, economia, demografia, cultura. E sulla letteratura? È cambiata in questi ultimi vent’anni la letteratura italiana? Interroga il mondo in trasformazione? Si adatta? Reagisce? Innesca la propria forza diagnostica? La risposta a queste domande non è semplice, implica privilegiare approcci interdisciplinari e considerare gli effetti della globalizzazione su rapporti egemonici, geopolitica della conoscenza, cultura, lingua e canone nazionali.Le problematiche con cui dialogano le produzioni letterarie italiane ipercontemporanee, di cui nel presente volume si propone una lettura critica, sono il riflesso di un’Italia che (non) cambia, di un Paese attraversato da trasformazioni mondiali più subite che volute, cui talvolta resiste, talvolta si arrende, ma di cui sa anche approfittare per rinnovarsi e reinventarsi. In questo spazio evolutivo e cangiante, l’immaginario letterario è luogo privilegiato di decostruzione e creazione. In questo spazio, nuove prospettive teorico-critiche, collegando temporalità e spazialità, passato e presente, colonizzazioni, migrazioni, Sud endogeno e Sud del mondo, ridefinizioni identitarie e circolazione mondiale di culture omologanti, aprono fertili piste di riflessione.
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L'Italian theory est le nom donné à un ensemble de penseurs italiens qui ont pour point commun de réfléchir à une nouvelle conceptualisation du paradigme du politique reposant sur la mise en valeur de la diversité et le refus de la pensée identitaire. Ces contributions étudient la pertinence de la définition de ce courant, en explorant ses origines, sa circulation, ses détournements et ses usages. ©Electre 2016
Political science --- Science politique --- Philosophy --- History --- Congresses --- Philosophie --- Histoire --- Congrès --- Italy --- Congrès --- Political science - Italy - History - 21th century
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Può sembrare contraddittorio conferire una dimensione nazionale a movimenti transnazionali quali i movimenti del '68.Eppure, quei movimenti di protesta scelsero i loro bersagli a seconda del contesto geografico e assunsero connotazioni espressive riferite a immaginari locali, legati al contesto e alle tradizioni nazionali.Anche in Italia, il movimento di contestazione "importato" dagli USA e dalla Francia ha avuto un esprit particolare. La prima domanda cui risponde questo volume è se, come e dove questo spirito sia emerso e sia stato recepito.Una seconda problematica riguarda l'eredità del '68. Ci siamo chiesti quanto le generazioni successive siano state influenzate da quella cultura che aveva investito il pubblico e il privato, il sociale, il politico, e finanche l'etica e l'estetica. Le nuove forme di espressione espresse dal '68 hanno messo davvero in discussione le convenzioni artistiche? Le culture popolari affermatesi in quel clima, e le nuove avanguardie che le hanno costeggiate, hanno davvero sovvertito i codici, rivoluzionato il canone? In che modo si sono trasmessi l'insolenza, la sperimentazione, il nichilismo, l'edonismo e l'esotismo di quegli anni?Ha ancora un senso, a cinquant'anni da quell'esplosione emancipatrice, riconsiderare le controculture nate in Italia sulla scia del '68 e riflettere sulle loro eredità? La risposta che diamo pubblicando il presente volume è affermativa.
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