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This essay develops a theory of improvisation as practice of aesthetic sense-making. While considering all arts, references are made to many concrete cases. A topic in vogue since the XX. century, as evidenced by the great philosophers who were interested in it (Ryle, Derrida, Eco among others), improvisation, a felicitous mixture of habit and creativity, norm and freedom, is constitutive of human action. Human practices – including very well-regulated activities such as playing chess, piloting airplanes, or medicine – permit and often require it to varying degrees. Improvisation is also the true source of artistic experience. Consequently, the aesthetics of improvisation result in a philosophy of art: Art was born as improvisation. Yet improvisation has its own aesthetic dimension: that of a "grammar of contingency" in which notions such as emergence, presence, curiosity and authenticity explain the pleasures of joyful adventure and empathic involvement elicited by improvisation.
Aesthetics & Cultural Theory. --- Philosophy. --- Aesthetics
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911 --- Muziekencyclopedieën --- Improvisation in art. --- Creation (Literary, artistic, etc.) --- Philosophy --- Art --- Improvisation in art --- Arts
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Capable de séduire notre sensibilité comme de stimuler notre activité intellectuelle, la musique offre à la philosophie un terrain particulièrement riche, tant elle encourage l’exercice de la réflexion. Le philosophe Alessandro Bertinetto réfléchit dans ce livre sur certains des principaux thèmes de l’esthétique de la musique.Qu’est-ce que la musique ? Est-elle le seul art employant les sons ? Quel est son rapport aux autres arts ? Est-elle un pur jeu de sensations sonores, ou est-elle au contraire capable de servir la communication de contenus et de significations ? Peut-on parler de représentation ou de narration musicales ? En quel sens peut-on dire qu’un morceau de musique est joyeux, triste, mélancolique, provocateur ? La musique possède-t-elle une dimension morale ?Les réponses que les meilleures théories actuelles proposent à ces questions, et à bien d’autres, sont discutées et critiquées dans ce livre, confrontées les unes aux autres. Les échanges nés de la fréquentation des arguments des philosophes inciteront le lecteur à leur proposer à son tour des solutions argumentées, qui pourront s’appuyer sur ses propres expériences en matière de pratique et/ou d’écoute de la musique.
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Leggere Fichte è uno dei frutti del lavoro di comune e libera discussione intorno ad alcuni importanti aspetti del pensiero di J. G. Fichte (Rammenau, 1762 – Berlino, 1814), che da alcuni anni – sulla base della solida tradizione italiana negli studi sulla filosofia classica tedesca – è svolto dai partecipanti ai seminari bolognesi della Rete italiana per la ricerca su Fichte: un’organizzazione informale di studiosi del pensiero fichtiano (in particolare) e della filosofia classica tedesca (in generale), che, promossa tra gli altri da Claudio Cesa, Carla de Pascale, Marco Ivaldo, Giuseppe Duso, riunisce periodicamente studiosi affermati, giovani ricercatori, dottorandi e laureandi nella discussione critica di temi significativi della filosofia fichtiana. Questo primo volume, La fondazione del sapere e l’ontologia trascendentale, presenta articoli che, in senso ampio, riguardano le questioni principali della “Dottrina della scienza”, il progetto filosofico che Fichte elaborò nel corso di tutta la sua attività di filosofo, a partire dal 1793: la fondazione trascendentale della filosofia e delle scienze e la questione dei principi del sapere (D’Alfonso; Vodret); il concetto di volere in rapporto al problema dell’autocoscienza (Valentini); i problemi metodologici e sistematici della riflessione trascendentale e la sua articolazione teorica (Ferraguto; Bertinetto); la questione del rapporto tra filosofia trascendentale e ontologia (Fabbianelli).
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Leggere Fichte è uno dei frutti del lavoro di comune e libera discussione intorno ad alcuni importanti aspetti del pensiero di J. G. Fichte (Rammenau, 1762 – Berlino, 1814), che da alcuni anni – sulla base della solida tradizione italiana negli studi sulla filosofia classica tedesca – è svolto dai partecipanti ai seminari bolognesi della Rete italiana per la ricerca su Fichte: un’organizzazione informale di studiosi del pensiero fichtiano (in particolare) e della filosofia classica tedesca (in generale), che, promossa tra gli altri da Claudio Cesa, Carla de Pascale, Marco Ivaldo, Giuseppe Duso, riunisce periodicamente studiosi affermati, giovani ricercatori, dottorandi e laureandi nella discussione critica di temi significativi della filosofia fichtiana. Questo primo volume, La fondazione del sapere e l’ontologia trascendentale, presenta articoli che, in senso ampio, riguardano le questioni principali della “Dottrina della scienza”, il progetto filosofico che Fichte elaborò nel corso di tutta la sua attività di filosofo, a partire dal 1793: la fondazione trascendentale della filosofia e delle scienze e la questione dei principi del sapere (D’Alfonso; Vodret); il concetto di volere in rapporto al problema dell’autocoscienza (Valentini); i problemi metodologici e sistematici della riflessione trascendentale e la sua articolazione teorica (Ferraguto; Bertinetto); la questione del rapporto tra filosofia trascendentale e ontologia (Fabbianelli).
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Leggere Fichte è uno dei frutti del lavoro di comune e libera discussione intorno ad alcuni importanti aspetti del pensiero di J. G. Fichte (Rammenau, 1762 – Berlino, 1814), che da alcuni anni – sulla base della solida tradizione italiana negli studi sulla filosofia classica tedesca – è svolto dai partecipanti ai seminari bolognesi della Rete italiana per la ricerca su Fichte: un’organizzazione informale di studiosi del pensiero fichtiano (in particolare) e della filosofia classica tedesca (in generale), che, promossa tra gli altri da Claudio Cesa, Carla de Pascale, Marco Ivaldo, Giuseppe Duso, riunisce periodicamente studiosi affermati, giovani ricercatori, dottorandi e laureandi nella discussione critica di temi significativi della filosofia fichtiana. Questo primo volume, La fondazione del sapere e l’ontologia trascendentale, presenta articoli che, in senso ampio, riguardano le questioni principali della “Dottrina della scienza”, il progetto filosofico che Fichte elaborò nel corso di tutta la sua attività di filosofo, a partire dal 1793: la fondazione trascendentale della filosofia e delle scienze e la questione dei principi del sapere (D’Alfonso; Vodret); il concetto di volere in rapporto al problema dell’autocoscienza (Valentini); i problemi metodologici e sistematici della riflessione trascendentale e la sua articolazione teorica (Ferraguto; Bertinetto); la questione del rapporto tra filosofia trascendentale e ontologia (Fabbianelli).
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