TY - BOOK ID - 145757949 TI - L'inchiostro variopinto PY - 1985 SN - 8830405922 PB - Milano : Longanesi & C., DB - UniCat KW - Critique d'art. UR - https://www.unicat.be/uniCat?func=search&query=sysid:145757949 AB - A partire dal titolo, "L'inchiostro variopinto" annuncia subito il carattere multiforme dei saggi che lo compongono, accentuando semmai, con quel qualificativo rivelatore, la vivacità del tono di questo "quasi diario" ricco di stimoli e di sorprese. Stesso fervore, stessa vis polemica, stessa ironia, stesso piacere narrativo della precedente caratterizzano questa nuova silloge di elzeviri, i quali, oltre e più che testimoniare degli interessi polivalenti dell'autore, rispondono a un suo bisogno profondo : quello di puntare la propria attenzione su questioni attuali, più quotidiane, più connesse ai fatti della vita. Quasi un "contrappeso", dunque, all'altro lavoro di studioso e conoscitore formidabile d'arte, ma a esso intimamente collegato : non tanto il rovescio della medaglia, quanto piuttosto l'altro piatto della bilancia, il mezzo per congiungersi col mondo di tutti i giorni lasciando le carte più "sudate" e scendendo da una cattedra sulla quale, del resto, egli non s'è neppure mai sognato di salire. E lì, sempre da par suo ma con altro afflato, accettare, o meglio provocare, cercare lo scontro con quella - impossibile non richiamare alla memoria l'immagine evocata da Fruttero e Lucentini all'uscita di "Mai di traverso" - "macina di incompetenza, ignoranza, demagogia, malafede, cinismo, bestiale insensibilità, che continua tranquillamente a stritolare il nostro patrimonio artistico e ambientale". "Oppure dire la sua su fatti clamorosi che hanno messo a soqquadro l'Italia, come l'affaire Modigliani o il "caso" Guidoriccio, non esitando a ridicolizzare provincialismi o spirito di consorteria. Oppure ancora, svestendo l'abito del polemista, abbandonarsi all'estro narrativo e descriverci incredibili personaggi, trovare il bandolo della matassa di complicate vicende, regalarci un gustoso racconto mantenendo sempre intatti l'eleganza e il vigore espressivo. Perché, per quanto variopinto possa essere l'inchiostro, una è la "penna" che lo diffonde, una la lingua che esso traduce sulla pagina. Una lingua - è stato fatto notare in proposito - sempre usata "come strumento per rivelare scoperte e precisioni, non per nascondere ambiguità". ER -